Un’altra immersione per me storica fu nel 2019, la prima volta sul relitto della Freienfels, dove insieme a Massimo Cresti facemmo 30min a 130mt con AVG 112mt!
Immersione storica perché era da tanto che volevamo fare quel relitto ma per un motivo o un altro non c’eravamo mai riusciti.
Quella volta invece grazie alla collaborazione di un mio amico che ci mise a disposizione la sua barca riuscimmo a organizzare l’uscita.
Inoltre il relitto non era pedagnato e andava fatto sul posto, cosa non semplice da fare a quella profondità.
Studiammo e pianificammo a tavolino gas e piano decompressivo in base alle nostre esperienze e conoscenze seguendo sempre le regole della mnemonica UTR ma pur sapendo che nessuno aveva mai fatto un tuffo del genere con il nostro sistema.
Cercammo di preparare al meglio quell’immersione sia dal punto di vista fisco che mentale, calcolando tutto il gas per una eventuale uscita in CA, avevamo 2 linee di bombole e testa e 2 assistenti di superficie con il bibo pronti a intervenire in caso di bisogno.
Tutto andò per il meglio, 4 ore e mezzo d’immersione con uscita al tramonto che rese il tutto molto suggestivo.
Aneddoto curioso fu che appena usciti dall’acqua ancora con le mute addosso inviammo una foto di noi due a Barnini per avvertirlo che era andato tutto bene ma lui sorpreso dalle nostre fresche e sorridenti facce dopo 270min d’immersione ci chiese se quella foto era stata fatta prima dell’immersione…
Prova che eravamo usciti proprio in forma e che la nostra deco aveva funzionato a meraviglia.
Intanto con Matteo avevo iniziato il percorso cave facendo le prime esperienze in Valstagna.
L’anno successivo replicai il tuffo sulla Freienfels insieme a Matteo Ratto e Emanuele Loglisci portando il tempo di fondo a 40min con una media di 117mt e uscita in 5 ore e mezzo con 35,6 di AVG finale.
Con loro ho rifatto più volte tutti i relitti che avevo già visto in CA dal Marsala ai relitti di Geova inserendone anche qualcuno per me nuovo.
Nel frattempo durante il lockdown imposto per il covid insieme a Emanuele, Matteo, Massimo e il Brick avevamo iniziato il lungo lavoro sulla Haven che ci portò successivamente alla presentazione prima del video” Dalle sentine al ponte di comando” e poi del documentario “Nel cuore dell’Haven” all’EUDI del 2022.
Anche qui non perdemmo l’occasione per testare tempi di fondo importanti, ricordo che in almeno un paio di occasioni arrivammo a 90min.
Preso gusto con i tempi di fondo fu divertente anche la Long Range che facemmo quasi per gioco a Calafuria io e Paolo, 150min di fondo a 38AVG e poco meno di 5 ore di runtime.
Alla fine dopo un pò di assestamento con l’acqua fredda, le sagole, e la scarsa visibilità come successe in Pollaccia che al rientro ci ritrovammo con visibilità 0 sono arrivate anche le prime soddisfazioni in grotta.
Guidati da Matteo, esperto di grotte e del luogo abbiamo percorso nelle grotte di Oliero prima il By Pass tra Veci e Siori e successivamente i 2,5km che occorrono per arrivare in una zona aerea denominata Sump1, il nome deriva del campo base che alcuni esploratori svizzeri hanno allestito all’interno.
Nell’ultimo periodo con Paolo, Massimo, Marco e il Brick ci siamo dedicati alla realizzazione del documentario “I Giardini delle Formiche” che abbiamo poi presentato all’ EUDI dello scorso anno.
Questo è un progetto a cui tengo molto perché si parla di un luogo che trovammo per caso io e Massimo alcuni anni fa in una delle tante scooterate che facevamo in quei fondali.
Ancora oggi “Il giardino di corallo nero” rimane un angolo incontaminato, nessuno ancora è riuscito a trovarlo e quei pochi che hanno avuto la fortuna di vederlo li abbiamo accompagnati noi.
Inoltre pur non trattandosi di immersioni particolarmente fonde ci siamo divertiti a fare molte immersioni di circa un ora a 80mt, utili anche queste ad aggiungere altri tasselli per lo sviluppo del Mnemonic Deco System.
Per concludere vorrei dire che il sistema UTR in tutti questi anni mi ha insegnato molto sul modo di affrontare le immersioni e tutto quello che è stato fatto è stato possibile soltanto grazie a compagni e amici con cui ho avuto la fortuna di condividere queste avventure.
Per quanto riguarda il sistema Mnemonico non abbiamo la presunzione che il nostro sia l’unico sistema corretto per la decompressione ma che sia un sistema che funziona si.
Il Mnemonic Deco System, ribadisco, non si limita soltanto al calcolo di tempo e quote delle tappe di decompressione, ma è un sistema completo ed elastico che prende in considerazione diversi fattori.
Questo è un metodo che può essere usato fin dall’open water, può essere personalizzato a proprio piacimento e insegna al subacqueo a usare il proprio cervello.
Insegna ad essere consapevole delle proprie scelte, insegna a gestire in piena autonomia e in modo flessibile tutta l’immersione dalla pianificazione alla decompressione, apportando se necessario e in qualsiasi momento le giuste modifiche in base alle proprie valutazioni senza l’ausilio di nessuno strumento.
Come mi piace sempre dire: “ma voi salireste su un aereo dove il pilota sa volare soltanto con il pilota automatico?”
Domande? Vi attendo sui social per ogni curiosità e sarà mia premura rispondervi nel modo più esaustivo qui di seguito. Grazie a presto